martedì 3 dicembre 2013

nanodischi #9: novembre 2013




periodo di attività ai distant zombie warning, chiedo scusa per i pochi (nessuno) articoli. quindi prima del mega ricapitolone di fine anno, ecco più o meno cos'ho ascoltato in questo mese passato. circa. forse. forse no.


neil young - everybody knows this is nowhere/massey hall 1971

nel mio personale anno neil young, in quest'ultimo mese gli ascolti si sono ridotti a questi due dischi. il primo è un capolavoro folk rock che tutti dovrebbero conoscere, dall'eterna down by the river alla celebrazione elettrica di cowgirl in the sand, disco perfetto. 
il secondo è un live alla massey hall del 1971 con neil in solitaria che chiacchera col pubblico e presenta pezzi nuovi che finiranno su harvest e altri dischi futuri. atmosfera impagabile, live stupendo, ideale fotografia del lato intimo di young.


dead in the dirt - the blind hole

questo sarà sicuramente nella mia top 20 di fine anno.
21 pezzi, circa 19 minuti di disco. i dead in the dirt, straight-edge, vegan e cazzi vari, arrivano con un suono che sta tra i converge e i brutal truth, suonano cose che arrivano dai napalm death ed hanno un badile in mano che useranno per quei 20 minuti sui vostri denti. suoni perfetti, lerci e compressi alla perfezione. disco grind dell'anno e uno dei migliori da un bel po' di tempo, sta lassù con i burmese dell'anno scorso.


squallor

farò un bell'articolo presto sugli squallor. al momento mi preme ricordare al mondo che esistono e che sono il secondo gruppo più geniale che l'italia abbia mai conosciuto dopo gli area. gli elio e gli skiantos senza di loro non avrebbero potuto esistere come li conosciamo. oggi si fanno le canzoni stupide sul pop e x factor e cagate varie, gli squallor già vomitavano su tutta quella roba 40 anni fa ed erano tra i personaggi che quella roba l'hanno creata. (vi dicono nulla montagne verdi, luglio o nessuno mi può giudicare?)
capolavori come tromba, vacca, palle o cappelle non vanno dimenticati ma tramandati ai posteri come fulgidi esempi di come la volgarità e il turpiloquio possano diventare arte dissacrante ed eterna. e a pensare a quanta gente non li conosce soffro.
madonna carretera come soffro.


sun and sail club - mannequin

a me sinceramente i fu manchu non hanno mai detto granché. carini, simpatici ma piuttosto inutili per cui non mi ero interessato troppo a questo disco, se non per il fatto che è uno dei rari gruppi ad avere in formazione tre membri di cui due omonimi: scott reeder, ex batteraio dei kyuss, e scott reeder, attuale bassista dei fu manchu. tutto questo nasce però da bob balch, chitarrista dei fu manchu che si è ritrovato con dei pezzi scritti ma nessun progetto che potesse volerli. mentre cercava un cantante ha deciso di fare lui le voci con un vocoder. il risultato è semplicemente eccezionale: riff che svisano dai manchu ai kyuss ai voivod, metallica, slayer e quant'altro, con un tiro micidiale e la voce di mr.roboto per tutto il tempo. bellissimerrimo.

ayreon - the theory of everything

lungo, pretenzioso, annacquato, insipido, già fatto, già sentito. no grazie.


katatonia - dethroned and uncrowned


è una bella idea quella dei katatonia, esplorare il loro lato più intimo escludendo distorsioni e batteria e tenendo solo layer di chitarre acustiche, synth e la sempre estatica voce di jonas. personalmente però avrei apprezzato molto di più un disco di inediti scritti apposta per questa veste piuttosto che questo rimaneggiamento di "dead end kings" dell'anno scorso. che funziona anche eh, si ascolta volentieri e quando colpisce davvero lo fa bene (buildings, the one you are looking for, first prayer) ma poi alla fine se ho voglia di quei pezzi riascolto l'originale. bravi, bell'idea, ora fatelo davvero però.