giovedì 21 marzo 2013

nick cave and the bad seeds, "push the sky away"




ne è passato di tempo da lazarus. non solo, questo tempo ha visto nicolino caverna e i suoi portare avanti il nome dei grinderman con tanto di tour, abituandoci all'idea della ritrovata voglia della compagine di fare un gran casino con il rocchenrol. forse per questo ci vuole un attimo ad abituarsi all'idea che cave sia tornato alle morbide atmosfere notturne che hanno spadroneggiato su dischi come boatman's call, no more shall we part o nocturama. noioso il primo, troppo lungo e monotono il secondo, nammerda il terzo.
c'è quindi gran felicità da parte mia nel constatare che questo nuovo disco non assomigli a nessuno dei tre sopra citati e sia nettamente superiore a tutti loro.

qui infatti non c'è quel pianocentrismo (mi piaceva, me la sono inventata) che appiattiva le canzoni e le rendeva una palla al cazzo ma piuttosto una sorta di versione light di lazarus. rimangono infatti i giri di basso ripetuti all'infinito di martyn casey e le texture di archi e distorsioni di warren ellis ma tutto è morbido e leggero e le tensioni sono portate dalle melodie ondeggianti, come nella splendida "water's edge", e da giri armonici che incessantemente crescono e decadono, come nel magnetico singolo "jubilee street".

c'è poi un magistrale colpo di coda nella lunga "higgs-boson blues", vero capolavoro del disco: un blues contratto (ad ottenere quell'effetto tensione-distensione di cui sopra) che, portato avanti per quasi 8 minuti, passa dall'essere quasi timido e dimesso per arrivare a picchi epici con tanto di cori. su questo si srotola il papiro delirante di cave che passa dal cern di ginevra a miley cyrus con in mezzo robert johnson e satanello.

da citare sicuramente anche l'incantevole title-track posta in chiusura al disco, languida e lontana, ci lascia con la voce di cave adagiata su un tappeto di organo per un commiato perfettamente in linea col disco.

lui sono anni che la sua rivoluzione l'ha fatta. da let love in in poi si sono susseguiti una serie di dischi sul cui valore oggettivo è inutile stare a discutere, a ognuno ne piace uno più di altri più per affetto che per valore del disco in sé (se chiedete a me vi dico murder ballads). questo nuovo album non fa eccezione: idee ce ne sono in abbondanza, menzione speciale per il mix e mastering che mantengono un atmosfera live anche nei momenti più rifiniti, i testi sono ispirati e l'interpretazione di cave è perfetta (nonostante lo si senta meno istrionico del solito ma anche questo è parte del gioco).
se lo amate, il disco l'avete già per cui è inutile che io parli. se non lo amate, potete riprovare da qui. se ancora non lo amate siete delle brutte persone.

http://grooveshark.com/#!/playlist/Push+The+Sky+Away/82950220 (canzoni in disordine, dovete rimetterle a posto)