lunedì 19 novembre 2012

devin townsend project, "epicloud"




è difficile per me scrivere di questo disco. il motivo principale è la mia delusione nei suoi confronti.
è difficile perché solo un anno fa ero qui a godere infinitamente di tutta la grazia che deconstruction e ghost mi avevano riversato addosso. oggi ascolto epicloud e mi chiedo se ce ne fosse veramente bisogno.

passata l'intro il tutto parte subito malissimo: "true north" è molto probabilmente la più brutta canzone mai pubblicata da devin in un disco che non fosse di b-sides, con un testo imbarazzante e basata su soluzioni trite e ritrite che la voce della ritrovata anneke non fa che rendere ancora più mielose.
va poco meglio con "lucky animals", divertente auto plagio della geniale "bad devil" da infinity che piacerà tanto ai fan di ziltoid (il mediocre disco, non il geniale pupazzetto. viene un po' da chiedersi quanto devin abbia effettivamente voglia di fare ancora il buffone e se non sia più interessato a progetti evidentemente più sinceri e geniuni come ki o ghost.)
proprio da infinity viene recuperato un certo approccio melodico ed armonico etereo ma non altrettanto riuscito (vedi "where we belong", dignitosa appendice del succitato ghost buttata un po' in caciara da un ritornello fin troppo ridondante).

il vero problema dell'intero disco è proprio il suo venire dopo la quadrilogia del devin townsend project e volerne mantenere il nome: in quei quattro dischi il canadese ha portato alle estreme conseguenze ogni sfaccettatura del proprio suono per cui questo ulteriore capitolo risulta quantomeno superfluo.
non vuol dire poi che sia brutto: "save our now" ha un bel tiro con vaghe ombre di ocean machine, da "where we belong" ci si lascia cullare volentieri, l'intermezzo di "lessons" è forse la cosa migliore dell'intero disco che propone anche una "rilettura" di "kingdom" da physicist, invero completamente inutile in quanto pressoché identica all'originale. "divine" poteva tranquillamente stare su ki ed è una bella ballata dal retrogusto ambientale che anticipa il ritorno del delirio da deconstruction di "grace", bella ma non a livello di una "stand" o "juular" così come "more!" fa il verso a addicted senza averne la verve.

per concludere, "epicloud" non è esattamente un disco brutto, semmai è mediocre, ma il suo difetto fondamentale sta nella sua totale inutilità, sia all'interno del progetto devin townsend project, sia nella discografia in toto del canadese. se non lo conoscete non cominciate da qui, se lo conoscete lasciate perdere comunque, più di un paio di momenti divertenti non troverete.
peccato.