venerdì 24 febbraio 2012

pain of salvation, road salt tour two, 23-02-12, live club, trezzo d'adda




a novembre li abbiamo salutati per l'ultima volta con ancora johan hallgren alla chitarra e fredrik hermansson alle tastiere. già era stato annunciato che entrambi avrebbero lasciato il gruppo alla fine di quel minitour di spalla agli opeth, lasciando così di fatto daniel unico superstite della formazione d'oro del gruppo.

il 23 febbraio al live club di trezzo, i pos presentano la nuova formazione in italia.
partiamo subito dagli aspetti positivi della serata: daniel sa che deve vendere questa sua nuova veste ai vecchi fan e per farlo il volpone pensa bene di risoplverare un po' di pezzi vecchi che non si sentivano su un palco da un po' di tempo. così ecco spuntare chain sling da remedy lane, stress da entropia e iter impius da be, entrambe mai viste in italia. (piccola punta di rabbia per la mancata esecuzione di enter rain che invece è stata fatta in tutte le date precedenti)
inoltre la band funziona particolarmente bene sui pezzi dei due road salt (essendo già dei lavori praticamente del solo gildenlow) e regala grandi brividi con pezzi come the deeper cut, to the shoreline, healing now e soprattutto sisters, già richiesta a gran voce dai fan nel tour precedente.
molto bello poi il siparietto con cui hanno aperto i bis, con daniel alla batteria, gustaf hielm alla chitarra, daniel karlsson al basso e ragnar zolberg alla chitarra e voce a suonare una cover di black diamond dei kiss.

purtroppo però ci sono una serie di note dolenti. in primis per me c'è il batterista léo margarit: è più a suo agio sui pezzi registrati da lui, dove comunque sbaglia più di una volta, ma sul catalogo con ancora johan langell il francese evidentemente lotta per dare una sua versione dei pezzi, col solo risultato di cancellare tutto il gusto che langell aveva nell'arrangiamento e pasticciare le parti a cazzo.
il resto della band funziona meglio, in particolare il mostro gustaf hielm al basso (che aveva già suonato con la band per due anni tra il 92 e il 94, prima di passare ai meshuggah) si conferma come scelta più azzeccata della nuova formazione. il tastierista daniel karlsson rimane in disparte ma fa il suo lavoro, mentre ragnar zolberg si trova davanti il difficilissimo compito di sostituire una figura come quella di johan hallgren, amatissimo dai fan del gruppo. ci riesce sì e no. dalla sua ha un'ottima tecnica strumentale e una voce da eunuco che gli permette di affrontare tranquillamente i controcanti a lui affidati, di contro c'è una figura impresentabile, truccata in modo abbastanza osceno ed un comportamento sul palco che sa un po' troppo di recitato.
a tutto questo va aggiunta la quasi nulla interazione tra i componenti sul palco ma anche il fatto che tutti i "nuovi" musicisti contribuiscono ai cori, il che rende il loro effeto davvero notevole. manca però lo spirito libero e anarchico di hallgren, manca il tocco sul basso di kristoffer, il gusto di langell e l'enigmatica figura di hermansson.

c'è stato un pro e un contro per tutto in questo concerto. però alla fine il pensiero che vince è che i pain of salvation erano un'altra cosa. il senso di assistere alla data di una tribute band si è fatto sentire e il mio parere è che a daniel convienga considerare al più presto chiuso il capitolo pain of salvation, cambiare nome e ripartire da zero. ciononostante, bel concerto.

scaletta:

Svordomsvisan
Road Salt Theme
Softly She Cries
Ashes
Linoleum
The Deeper Cut
1979
To the Shoreline
Chain Sling
Iter Impius
Ending Theme
Stress
Healing Now
Kingdom of Loss
No Way

Black Diamond
The Physics of Gridlock
Sisters